martedì 15 dicembre 2009

Sms 3 giorni e 6 morto di Andreas Prochaska (Austria 2006)

Titolo originale: In 3 Tagen Bist Du Tout

Regia: Andreas Prochaska

Sceneggiatura: Thomas Baum, Andreas Prochaska

Cast: Sabrina Reiter, Julia Rosa Stockl, Michael Steinocher, Laurence Rupp, Nadja Vogel

Disponibilità italiana: Sì (dvd distribuito dalla Delta Pictures)

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Un ristretto gruppo di amici, dopo aver conseguito il diploma di maturità, diventa il bersaglio di un misterioso killer che informa le proprie vittime della loro futura morte tramite un sms. Il contenuto del messaggio è tanto chiaro quanto minaccioso: ”Morirai tra 3 giorni”. Pensando che si tratti del solito scherzo da parte di uno strano ragazzo, invidioso della loro amicizia, i cinque amici tengono poco conto dell’avvertimento finchè non si renderanno conto, sulla propria pelle, che la previsione si realizzerà sul serio nel tempo pattuito.














Di recente si sta facendo largo la preoccupante tendenza, come una perturbazione Nord-Europea, di voler proporre ad ogni costo prodotti americani sia per i contenuti che per il taglio registico. Non è difficile capire che tali operazioni alla fine si riducano a puri scimmiottamenti, in questo caso di un preciso settore del cinema horror che fu in gran rispolvero negli anni ‘90. Senza essere troppo vaghi, si parla del genere slasher, indirizzato per lo più al pubblico giovanile, ma che ha saputo attirare l’attenzione della massa con film di culto come Scream e So cosa hai fatto (rispettivamente del 1996 e del 1997), senza dimenticare il fiume di seguiti e parodie che da lì in poi avrebbero fatto capolino.

Completato nel 2006 e distribuito direttamente in dvd su suolo statunitense grazie alla Dimension Extreme col titolo Dead in 3 days, Sms 3 giorni e 6 morto non soltanto fa la figura dell’ultimo arrivato che cerca disperatamente di rianimare un soggetto ormai in coma da anni, ma lo fa nella maniera meno dignitosa possibile. Passi il fatto che tra i protagonisti ritroviamo i soliti neo-diplomati, che a furia di studiare sicuramente ci avranno lasciato qualche neurone, ma non si può trattare allo stesso modo imbecille lo spettatore dotato di un minimo senso critico.

Purtroppo, né più né meno, è questa la sensazione che suscita la trama che denota una completa inettitudine da parte dei suoi autori; parlo al plurale perché stranamente un simile aborto necessitava di due cervelli per concretizzarsi. Ed è così che si susseguono tristi tentativi di depistarci dal percorso principale che dovebbero condurci a scoprire l’inaspettata identità dell’assassino di turno. Peccato però che questa scoperta sembra quasi un’aggiunta dell’ultimo minuto, quando ormai si era rinunciato all’impresa per l’assoluta mancanza di indizi utili. Neanche a farlo apposta, la rivelazione avviene tramite l’insulso stratagemma del flashback che ci svela un segreto nel passato della combriccola. Di un’ignoranza esagerata è l’inserimento del cellulare come elemento che vorrebbe gridare ai quattro venti il contesto moderno in cui si svolge la vicenda, sebbene non venga fornita alcuna spiegazione di come l’omicida sia riuscito a recuperare i numeri delle sue vittime.

 














Come se non fosse ancora abbastanza per narcotizzare le nostre menti, la storia non ci risparmia il déjàvu per quanto riguarda il modus operandi del killer, tenendo conto che quando si tenta di proporre qualche sequenza splatter inedita la scemenza è sempre dietro l’angolo.
Si salva poco in questo mare di ingenuità e incompetenza: una buona regia che, almeno a livello visivo, fa sembrare la pellicola migliore di quanto non sia e le discrete prove di gran parte degli attori che probabilmente, con il loro impegno, hanno creduto fin troppo nel progetto.
In questa nuova ondata di horror europei, solo Fritt Vilt (Cold Prey, anch’esso esportato in America) aveva saputo fare di peggio, non che il paragone ci consoli del risultato finale di questo film.
Pare comunque che la stampa americana meriti questi prodotti mediocri dal momento che entrambi i film hanno ricevuto valutazione ben al di sopra della sufficienza. Ogni ulteriore riflessione su questo circolo vizioso è veramente superflua. Un sequenza che su tutte potrebbe sintetizzare, meglio di mille parole, la vera essenza di questo film è la seguente: uno dei protagonisti, colto dall’euforia per aver superato l’esame di maturità, si sbarazza di libri, quaderni e qualsiasi altro materiale scolastico gli capiti sotto tiro, buttandoli dalla finestra della propria abitazione. Più eloquente di così si muore…
Chi ha saputo apprezzarlo più del sottoscritto sarà lieto di sapere che lo stesso regista ha da tempo completato le riprese del sequel.

GIUDIZIO FINALE: 4.5

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