sabato 31 ottobre 2009

2X1: The Carrier e 5ive Girls

2X1, ovvero due recensioni brevi al prezzo di una, è l'ennesima rubrica che fa il suo esordio in questo blog e che si propone di trattare in maniera esaustiva ma allo stesso tempo essenziale due pellicole che ritengo non meritino un articolo troppo approfondito.

THE CARRIER di Nathan J. White (Usa 1988)



The Carrier ("il portatore") narra di un ragazzo orfano allontanato da tutti e che vive quasi come un'eremita in una piccola baracca distante dal centro del paese. Per qualche strano motivo, che non ho ben afferrato, la presenza del baldo giovane durante le feste locali disturba i suoi compaesani e si tramuta in una scusa per dar luogo a qualche rissa che coinvolge lui e i suoi coetanei. Come se non bastasse, il povero disgraziato durante una notte, all'improvviso, viene aggredito da una pelosa creatura nera come la pece che riesce lo stesso, nonostante la sua dipartita, a ferire il protagonista lasciando sul suo petto un considerevole graffio.




La lesione infertagli da questo ente demoniaco sarà il principio di un'inedita forma di malattia che, tramite gli oggetti inanimati toccati dal contagiato, provoca lo scioglimento di qualsiasi essere vivente che sfiori il contatto con queste cose infettate. Da queste bizzarre premesse è normale attendersi un film che si prenda poco sul serio e invece, magia di cui solo gli anni '80 sono capaci, ci ritroviamo di fronte ad uno dei parti più dolorosi della creatività vigente in quel periodo, un taciuto esempio, troppo avanti per i tempi in cui uscì, per dimostrare come si potevano facilmente infrangere i muri dell'immaginazione.
La storia è densa di simbologie e trae ispirazione dai climi allarmistici che si generarono nel mondo quando si scoprì l'esistenza dell'AIDS. The Carrier ricrea una plausibile situazione apocalittica quando vediamo l'intera popolazione del piccolo villaggio ricoprirsi dalla testa ai piedi di materiale plasticoso proprio per evitare le irreversibili conseguenze che arreca l'insolito morbo.


La narrazione, invece di basarsi su prevedibili scene splatter, che in questo caso, a parte qualche effetto fumoso, sono stranamente assenti, si concentra su un'improbabile contesa tra due fazioni che, tra la diffidenza provata reciprocamente nell'affanno per scoprire l'identità dell'infetto, ben volentieri sfocia per i motivi più futili in una violenta guerra civile. Non mancano nemmeno sottili riferimenti religiosi che semanticamente elevano la propagazione di questa piaga alla venuta dell'anticristo, sceso sulla Terra per punire i suoi abitanti con una modalità piuttosto alternativa. L'unico mio rammarico è la sensazione che una simile trama non sia stata sfruttata a dovere: non a caso in alcuni passaggi è subentrata la noia.
Tanto attraente quanto eccentrica, l'unica pellicola di White merita comunque di essere riportata alla luce anche se bisogna scendere a compromessi con la scarsa qualità del riversamento da vhs, sola versione fino ad ora resa disponibile.

6/10

5ive Girls di Warren P. Sonoda (Canada 2006)


La storia vede cinque ragazze che a causa del loro comportamento ribelle vengono rinchiuse dai rispettivi genitori in un riformatorio ecclesiastico, governato da una severa preside. 5 anni prima lo stesso edificio fu luogo dell'omicidio di una studentessa modello che avvenne per motivi rimasti inspiegati e che portarono alla chiusura dell'istituto. Qui ciascuna componente del quintetto scopre di avere un potere speciale.
5ive girls si adagia troppo comodamente su un'infinità di luoghi comuni e non lascia intravedere consistenti spunti originali nella sceneggiatura. Abbiamo chiari riferimenti al film Giovani streghe di Andrew Fleming e persino un'inaspettata saccheggio di Hellraiser. Lo svolgimento della storia è un copia-incolla da altri film ambientati nei collegi, gli effetti speciali sono decisamente artificiali mentre il finale troppo affrettato e le banali doti straordinarie di queste giovani streghe non aumentano il costantemente basso interesse per la vicenda. Non noioso come ci si potrebbe aspettare grazie ad un ritmo sostenuto nella narrazione, il film emerge dalla mediocrità per esigui elementi come la presenza del sempre bravo Ron Perlman nella parte di un prete e nella violazione delle regole di protagonismo. Si può benissimo passare oltre a questa visione amaramente risaputa.
5/10

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...